martedì 3 dicembre 2013

SENZA SCAMPO LA MIA VITA RUBATA DA FAIDE A ‘NDRANGHETA di CARMELO GALLICO

Una storia vera



Titolo: Senza scampo-la mia vita rubata da faide e ‘ndrangheta
Autore: Carmelo Gallico
Casa editrice: Edizioni Anordest
Collana: Linea Controcorrente
Dimensioni: 15 x 21 cm
Pagine: 252
Prezzo: 14.90 €
Codice ISBN:  9788898651009
Data Pubblicazione:  03-12-2013
 

                           







MI TROVO AL 41bis DA VENT’ANNI. MAI NESSUNO
MI HA DETTO PRECISAMENTE DI COSA SONO
ACCUSATO . SE NON DI CHIAMARMI GALLICO...
             
Roma, 22 mag. - (Adnkronos) - LE DUE ANIME DI CARMELO.
“Premio letterario Bancarella nelle scuole. Il primo classificato per la saggistica, si cela dietro lo pseudonimo: Erasmus. Ma chi è il misterioso autore del saggio premiato? È Carmelo Gallico. Un colpo di scena, che svela un’identità e un singolare destino. Arrestato in un’operazione antimafia insieme al padre e a due fratelli pluriomicidi e latitanti, Carmelo Gallico sconta la pena al 41 bis da oltre vent’anni.”

«Non so ancora come finirà questa storia. So però com’è iniziata, dov’è il male, dove le colpe. E conosco i troppi carnefici che hanno voluto il mio cadavere, i tanti ladri che hanno rubato i miei sogni. E so ancora che la colpa è nel nome che porto e non in ciò che ho fatto. So che la colpa è nel luogo in cui sono nato e non nel modo in cui sono cresciuto. So che la colpa è in occhi accecati dal pregiudizio e non in quello che io sono. Ad ogni colpo basso della vita ho alzato la testa e guardato avanti. Dicevo: domani andrà meglio, basta crederci, tenere stretti i miei sogni e aspettare il mio turno. E i giorni si sono fatti anni, gli anni decenni, i dolori sempre più grandi, lo spazio per guardare avanti sempre più corto...»

                                                                                       
SENZA SCAMPO Nella narrazione di Carmelo Gallico la parte sbagliata del mondo prende il nome di Malamorti e più che un luogo è l’emblematica rappresentazione di una Calabria di ‘ndrangheta e faide dove chi non muore ammazzato muore in galera.
Carmelo, in quella parte sbagliata di mondo, ci è nato e cresciuto; già da bambino impara cosa sia il carcere, andando a trovare il padre detenuto.
La morte si presenta quando aveva 15 anni, quando gli uccidono il fratello ventenne. E poi quando, una notte, tentano di sterminare la sua famiglia ed egli rimane sepolto sotto le macerie della casa, distrutta.
Costretto a lasciare il liceo, gli amici e la normalità esistenziale che tanti suoi coetanei posseggono, spesso senza rendersene conto, ne sentirà la mancanza, cercandola a lungo, anche tuttora.
Convinto che solo lasciandosi alle spalle questo scenario, le cose avrebbero potuto cambiare, decide di partire per un paese lontano, oltre gli oceani, ma un grave incidente stradale glielo impedisce.
Rimane quindi in Calabria, quella Calabria, dove le vicende famigliari lo trascinano in un vortice impetuoso che ruota attorno alla Giustizia e al suo corso; a 25 anni, inevitabilmente verrebbe da dire, entra in carcere.
Seguono i lunghi anni dei processi. Condanne, assoluzioni, altre condanne divenute definitive e pene da scontare.
Quella di Carmelo non è una storia dei giorni nostri; è una storia antica, senza tempo che affonda la propria consistenza negli archetipi delle sue radici.
La ‘ndrangheta appare come l’elemento di sfondo della storia, un monolite che lascia percepire la propria mostruosa capacità di egemonizzare vite ed esistenze, senza che lo scorrere di generazioni abbia un qualche potere di modificare il corso di destini già decisi.
Il bambino, il ragazzo, il giovane di questa storia rappresentano, nelle parole di Carmelo, tutti i bambini, i ragazzi, i giovani traditi prima dai loro padri, poi dalla loro cultura e infine dalle logiche di inflessibilità che la Giustizia spesso utilizza per confermare la condizione di equidistanza fra la bilancia e la spada tenute in mano, nei secoli.


CARMELO GALLICO, è nato a palmi (RC). Premio Bancarella 2002 per la migliore recensione sui libri in concorso; Premio Letterario E. Casalini; Premio Internazionale L’Aquila; Premio di Drammaturgia Annalisa Scafi. Nel 2005 ha pubblicato frammenti di vita. È coautore con la regista Emanuela Giordano dell’opera La corsa di Monciccì, rappresentata al Teatro Eliseo di Roma nel 2008.
 

                                                            

                         


2 commenti:

  1. francamente brava... non so dove tu abbia scovato questo libro, ma francamente brava! Ovviamente neanche un commento perché queste tipo di testimonianze non importano ai nostri blogger, meglio delle storie stupide di fantasmi e zombi... Mi scuso per la lingua acida che usa ma un libro del genere dovrebbe essere pubblicizzato, ne dovremmo parlare dovremmo insieme far arrivare certe testimonianze ai nostri lettori....Brava e grazie per avermelo fatto conoscere!

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    1. in Italia purtroppo si preferisce mettere la testa sotto la sabbia ( come gli struzzi) che affrontare i problemi.....

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